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Bibliografia


 

 

 



Narrativa

al-Sadiq al-Nayhum, Dalla Mecca a qui. Traduzione di E. Diana e M. Galero, Torino, Le Nuove Muse, 2006, pp. 157.

Uscito per la prima volta a puntate, nel 1970, sul giornale libico «al- Ḥaqīqah», il romanzo descrive uno spaccato della vita libica al tempo della colonizzazione italiana. Le vicende si svolgono a Susa (antico porto di mare a circa 273 km da Bengasi) e vedono come protagonista principale, ma non unico, Mas‘ūd al-Ṭabbāl, un pescatore di tartarughe marine. Egli viene ostacolato, in mille modi, nella sua attività dal feghì (dotto religioso) del paese. Sin dalle prime pagine, Mas‘ūd appare doppiamente vittima: dei suoi connazionali, in quanto di pelle nera; degli italiani, perché libico. Ogni personaggio del romanzo racchiude in sé un simbolo: il feghì è l’emblema di una distorta interpretazione della religione e di una strumentalizzazione della stessa per fini personali; le tartarughe, invece, indicano l’arretratezza e l’ignoranza che minano il cammino culturale della Libia.
La presenza italiana, infine, è rappresentata da un colono siciliano claudicante, emblema della zoppa civiltà occidentale che privilegia esclusivamente i beni materiali, negando i bisogni dello spirito. Anche il titolo è profondamente simbolico: esso allude alla presenza di Dio che non va ricercata solo a La Mecca (luogo sacro di tutti i musulmani), bensì nel cuore di ogni uomo, come indica l’avverbio “qui” (hunā).
Con questo romanzo, al-Ṣādiq al-Nayhūm si inserisce sulla scia di altri scrittori libici degli anni Sessanta, la cui produzione letteraria, sebbene con modalità diverse, rispecchia le difficili condizioni sociali e politiche ereditate dalla Libia dalla colonizzazione europea. Lo scrittore, in quest’ opera, si pone con spirito altamente critico non solo verso la società occidentale, ma anche, e soprattutto, verso quella libica, evidenziandone l’arretratezza e i pregiudizi che ne minano una sana crescita culturale.

 

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