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Samirah Azzam (1927-1967)

Scrittrice della diaspora palestinese, di religione cristiana. Dopo la fondazione dello Stato di Israele fu costretta a lasciare il paese. Visse prima in Iraq, poi in Libano.
Considerata tra i capiscuola del genere del racconto breve, le sue raccolte includono i temi cari agli scrittori della diaspora, come il ricordo della patria perduta e la speranza di potervi tornare. Tuttavia, samirah Azzam dedica particolare attenzione alla tematica dei profughi e mette in risalto la condizione della donna araba, vittima delle circostanze politiche ma al tempo stesso anche della società tradizionalista.

Tra le sue opere, ‘Am akhar (Ancora un anno), Ashya’ saghirah (Piccole cose), al-‘Id min al-nafidhah al-gharbiyyah (La festa dalla finestra occidentale), Nasib (Destino), al-Sa‘ah wa ’l-insan (Il tempo e l’uomo), Wa qisas ukhrà (E altri racconti), Zagharid (Trilli femminili), al-Zill al-kabir (La grande ombra), al-Khubz (Il pane), Filastini (Palestinese).

Opere in italiano:

Samira Azzam, Palestinese! E altri racconti. Traduzione di W. Dahmash, Roma, Edizioni Q, 2003, pp. 105.

 

[Informazioni tratte dal libro Cento anni di cultura palestinese, di Isabella Camera d’Afflitto, Carocci, Roma 2007. Nomi riportati senza trascrizione scientifica]

 

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