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Ahmad Amin

Scrittore, saggista e giornalista nato e vissuto al Cairo. Frequentò l’Università islamica di al-Azhar, quindi studiò per diventare giudice, professione che esercitò, assieme a quella di insegnante e di docente universitario. Figura di spicco dell’universo culturale egiziano, si è prodigato, tra l’altro, per la divulgazione del sapere, fondando l’Università popolare alla quale potevano accedere le persone adulte gratuitamente, e si batté in nome della semplificazione della lingua araba. Fondò nel 1939 il periodico «al-Thaqàfa» e fu coautore di una storia della letteratura mondiale, Qissat al-adab fì al-‘àlam (1943), in cui rivelò profondo rigore scientifico. Fu un acceso nazionalista e un difensore della fede islamica che, a suo avviso, poteva trarre benefici dal contatto con l’Occidente la cui cultura era in grado di favorire la rinascita di quella musulmana, decaduta a causa dall’imitazione pedissequa degli antichi. Tra le sue opere ricordiamo Fagr al-islàm (L’alba dell’islam, 1928), i  tre volumi di Duhà al-islàm (La mattina dell’islam, 1933-1936), i quattro volumi di Zuhr al-islàm (Il mezzodì dell’islam, 1945-1955) e Yawm al-islam (Il giorno dell’islam, 1952), fondamentali volumi in ambito storiografico, e Zu‘amà’ al-islàh fì al-‘asr al-hadìth (I capi del riformismo nell’età moderna, 1949), contenente i ritratti di importanti figure di pensatori del suo tempo. Famosi sono i due scritti autobiografici, Ilà waladì (A mio figlio, 1951), epistole già pubblicate sulla rivista «al-Hilàl» tra il 1939 e il 1950, e in realtà dirette a tutti i giovani, e La mia vita (v.).
 
La mia vita
Traduzione di A. Borruso, M.T. Mascari, Mazara del Vallo, Liceo Ginnasio Gian Giacomo Adria, 1996, pp. 249. L’opera è stata ripubblicata con testo a fronte e con il titolo: Hayati. Traduzione di A. Borruso, M.T. Mascari. Genova, Marietti, 1998, I vol. pp. 115 + 123 [testo arabo] - II vol. pp. 217 + 239 [testo arabo].
Titolo originale: Hayàtì.

Apparso inizialmente nel 1950, il volume fu ripubblicato due anni più tardi con l’aggiunta di una nuova prefazione e di due capitoli finali. Il libro, più che avere le caratteristiche di un’autobiografia, presenta le peculiarità di uno scritto di memorie. In esso, infatti, l’accento non è tanto posto sulla vicenda personale e intima dell’autore quanto su ciò che gli accade intorno. Al centro di tutto, la famiglia di Amin in cui ciascun membro simboleggia un particolare atteggiamento che, a sua volta, riflette i cambiamenti avvenuti nella società egiziana della prima metà del XX secolo. Figura preminente è il padre dell’intellettuale, un uomo che ha inculcato nel figlio una forte devozione religiosa e un fermo sentimento nazionalistico. L’intento di quest’opera è pedagogico, come accade del resto nella totalità della produzione dello scrittore. 

 


 

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