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Latifa al-Zayyat

Scrittrice, critica letteraria e accademica, è un'icona del nazionalismo e del femminismo egiziano e delle battaglie per i diritti umani. Inizia l'attività politica negli anni '40, quando lascia la città natale, Damietta, e si trasferisce per gli studi al Cairo. Dopo aver conseguito il dottorato, nel 1957, insegna Letteratura Inglese all'Università 'Ayn Shams.  Dopo un lungo intervallo, dal 1973 riprende la militanza politica di sinistra. Il suo capolavoro è al-Bàb al-maftùh (La porta aperta), del 1960, romanzo da cui è poi stato tratto un celebre film e che parla di una ragazza del movimento studentesco coinvolta nelle lotte popolari anti-imperialiste avvenute in Egitto negli anni '40 e ' 50. L 'autrice, che ha scritto altri due romanzi, una raccolta di racconti, un'opera teatrale e un’autobiografia, Carte private di una femminista (v.), è stata insignita del Premio Letterario dello Stato egiziano nel 1996.

Opere in italiano:

Carte private di una femminista
Traduzione di I. Camera d'Afflitto e Presentazione di A.M. Crispino, Roma, Jouvence, 1996, pp.
Titolo originale: Hamlat taftìsh: awràq shakhsiyya (lett.: Campagna di perquisizione: carte private, 1992).

Autobiografia in cui l'autrice ripercorre le tappe della propria vita,soffermandosi su un matrimonio fallito e, soprattutto, sull'esperienza del carcere politico, che conosce nel 1948 e  nel 1981. Tema centrale dell'indagine introspettiva racchiusa in quest'opera coinvolgente, scritta da una delle intellettuali più autorevoli del paese, è il rapporto dialettico tra prigionia e libertà nella vita politica, anche in quella affettiva. L'autrice ritrae inoltre con maestria l’atmosfera politica e culturale dell’Egitto dagli anni ’60 in poi.

 

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