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Miral al-Tahawi

Autrice di romanzi e di novelle nata a Giazìrat Sa‘ùd. Di origini beduine, si è laureata in Lingua e Letteratura Araba presso l’Università di Zagazig. Trasferitasi nella capitale, è entrata a far parte del corpo docente della Facoltà di Lettere dell’Università del Cairo. Il suo campo di studio è la letteratura femminile e le tradizioni beduine. Nella Postfazione al suo romanzo Blu melanzana (v.) si legge: “Nelle sue opere la scrittrice ci parla di un mondo in serio pericolo di disintegrazione, quello della società beduina egiziana, alla quale lei appartiene con fierezza e della quale riesce a cogliere i vari aspetti della vita, sia realistici che poetici, descrivendoli con tenerezza e nostalgia. Anche la protagonista di questo libro proviene dalla società beduina sedentarizzata egiziana, dove convivono un insieme di antichissime tradizioni e credenze, surreali e fantastiche in un mondo altresì ricco di lirismo che si manifesta attraverso una vasta messe di canti, nenie e poemi che l’autrice si è assunta l’onere di trascrivere e raccogliere perché non vadano perduti. Nelle sue opere, infatti, riecheggia la poesia orale beduina con versi e adagi che molto rivelano sull’intima essenza degli individui che formano quella società, mai veramente integrata nella più ampia compagine egiziana presa nella sua interezza.” Tra le sue opere ricordiamo inoltre la raccolta di novelle Rìm al-baràrì al-mustahìla (La bianca gazzella dei deserti impossibili, 1993) e il romanzo Naqaràt al-zibà’ (Le orme delle gazzelle, 2003).  
 
Blu melanzana
Traduzione di P. Viviani, cura e Postfazione di I. Camera d’Afflitto, Milano, Frassinelli, 2004, pp. 146.
Titolo origianale: al-Badhingàna al-zarqà’ (1998).

Per questo suo secondo romanzo, l’autrice ha ottenuto l’ambìto riconoscimento del “Premio Nazionale per la Letteratura” in Egitto. L’opera può essere considerata una biografia romanzata. È la storia di Nada, di origini beduine, che racconta la sua vita dall’infanzia alla giovinezza. Al Cairo degli anni ’80 la giovane protagonista viene in contatto con un mondo dilaniato tra istanze fondamentaliste, da una parte,  e di sinistra, dall’altra, che la inducono a riflessioni sul senso della vita e sulla capacità di amare.  

La tenda
Traduzione, Introduzione e Note di R. Di Meglio, Napoli, Pironti, 2002, pp. 160. 
Titolo originale: al-Khibà’ (1996).

Primo romanzo della scrittrice, ha ricevuto importanti riconoscimenti. La protagonista è una donna beduina che ripercorre varie tappe della propria vita, da sempre segnata dalla mancanza di libertà e dalla malattia. Uniche speranze di salvezza, sono l’incontro con una famiglia occidentale e, soprattutto, la fantasia e l’innato spirito d’indipendenza.
 
 
Racconto in antologia:

Farfalle (trad. di P. Zanelli), in Rose del Cairo (a cura di E. Bartuli), Roma, Edizioni e/o, 2001, pp. 114-118.

 

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