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Nawal al-Sadawi

Nata a Kafr Tahal, è psichiatra, narratrice, autrice di opere drammatiche e di sceneggiature televisive, saggista e attivista del movimento femminista. Si è prodigata a favore della donna, combattendo piaghe sociali quali le mutilazioni genitali femminili, dure da estirpare sia in Egitto sia nell’Africa sub-sahariana. È una delle intellettuali arabe più famose al mondo, il che è testimoniato dai numerosi riconoscimenti da lei ottenuti. Ha lavorato molto all’estero, anche per l’ONU. Fondatrice e presidente, tra l’altro, dell’Associazione della solidarietà delle donne arabe (AWSA), creata nel 1982, ha dato alle stampe più di trenta titoli, fra romanzi, raccolte di novelle, pièce teatrali, lavori autobiografici e di memorie, saggi sulla condizione sociale e psicologica della donna e dell’uomo arabi.

 

Opere in italiano:

Dio muore sulle rive del Nilo
Traduzione [dall'inglese] di I. Pologruto. Torino, Eurostudio, 1989, pp. 179.
Titolo originale: Mawt al-ragiul al-wahìd ‘alà al-ard (lett.: La morte dell’unico uomo sulla terra, 1975).

In questo romanzo è descritta la vita di un paese della campagna egiziana, sulle rive del Nilo, in cui le autorità politico-religiose dominano su tutti gli altri abitanti e decidono del loro destino, specialmente di quello delle donne. Ma c’è chi trova il coraggio di ribellarsi.

Firdaus. Storia di una donna egiziana
Traduzione [dall’inglese] di S. Federici, Firenze, Giunti, 1986, pp. VII+116; SuperAstrea, 2001, pp. 128 (3^ ed. 2007).
Titolo originale: Imra’a fì nuqtat sifr (lett.: Una donna al punto zero, 1973).

Il romanzo narra la storia dell’incontro, nella prigione femminile di Qanàtir, tra l’autrice, in qualità di medico psichiatra, e una donna condannata all’impiccagione dopo aver ucciso un uomo. Pagina dopo pagina, il lettore scopre i tragici retroscena della vita di Firdaws, fiera e intrepida anche al cospetto della morte, e i profondi motivi che l’hanno portata a commettere il crimine di cui si è macchiata. Per molti quest’opera, tradotta in molte lingue, è la più significativa della scrittrice.

L’amore ai tempi del petrolio. Traduzione di M. Macco. Introduzione di L. Morgantini, Fagnano Alto, Il Sirente, 2009, pp. XVI+144.
Titolo originale: al-Hubb fì zaman al-naft (1993).

Una moglie, improvvisamente, fa perdere le proprie tracce, salvo poi ritornare a casa, dopo qualche tempo, come se nulla fosse cambiato. In realtà, la donna aveva abbandonato il marito per cercare di rifarsi una nuova vita con un altro uomo. Con l’ambientazione, di proposito ambigua, la scrittrice ha inteso dimostrare che la condizione femminile qui descritta, fatta di sottomissione, è comune a tutto il mondo arabo.

Una figlia di Iside. L’autobiografia di Nawal El Saadawi
Traduzione [dall'inglese] di R. Bricchetto, Roma, Nutrimenti, 2002, pp. 301.
Titolo originale: Awràq hayàti.

Si tratta della prima parte dell’autobiografia, in tre volumi (pubblicati rispettivamente nel 1996, 1998, 2001), dell’intellettuale egiziana. L’opera racchiude il periodo compreso tra il 1931, anno della sua nascita, e il 1951, e ripercorre le varie fasi dell’infanzia  e adolescenza della protagonista. 

Dissidenza e scrittura. Conversazione sul mio itinerario intellettuale
Milano, Edizioni Spirali, pp. 144.

Libro intervista in cui l’intellettuale ripercorre cinquant’anni di storia egiziana, dall’epoca di Gamal ‘Abd al-Nasser ad oggi.  

Racconto apparso in antologia:

Oblio, in L’altro Mediterraneo. Antologia di scrittori arabi del Novecento (a cura di V. Colombo),  Milano, Mondadori, 2004, pp. 173-178. 

 

 

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